Lui non ha bisogno di presentazioni, è il consulente dei consulenti digitali italiani, tra i più conosciuti e più barbuti. L’abbiamo contattato e fatto due chiacchiere con lui sullo stato dell’arte del marketing.
Ecco cosa è venuto fuori.
Hai iniziato la tua attività anni fa fondando Qadra.net che adesso è diventata Alessandro Mazzù. Come e perché questo passaggio d’identità?
Il passaggio è avvenuto in modo molto graduale e naturale. Da un lato aumentavano le richieste di una mia docenza presso varie scuole di formazione e, dall’altro, non trovavo più interesse nel gestire clienti che non comprendevano fino in fondo le potenzialità del web marketing e quindi del nostro lavoro. È stato un processo abbastanza lungo ma molto naturale.
Nei tuoi interventi parli da sempre di strategia, ci spieghi cosa intendi nello specifico?
In poche parole cerco di far comprendere agli imprenditori, ma anche a coloro che lavorano nelle web agency che è vietato improvvisare, e che, senza avere un piano, non si arriva a nessun risultato. La mia personale battaglia è per far capire che non si deve partire dallo strumento ma dagli obiettivi. Prima di fare qualsiasi azione è necessario studiare, analizzare e comprendere ciò che accade. Questo è l’unico modo che produce risultati.
I tuoi libri hanno sempre un approccio molto pratico, problema = soluzione. Credi che sia la chiave giusta da usare?
Sì, sono convinto che sia l’approccio giusto. Comprendere il problema, il bisogno, l’esigenza e fornire la soluzione. Soluzione che viene fuori da un processo di studio e di analisi, senza il quale c’è solo perdita di tempo e di soldi.
Tu che lavori in questo settore da anni, da dove credi venga il web marketing e qual è la situazione attuale del marketing (e web marketing).
Il web marketing viene sicuramente dal marketing. Questo vuol dire che per fare web marketing è necessario conoscere almeno le basi del marketing tradizionale. Solo in pochi purtroppo hanno questo tipo di approccio, gli altri partono dallo strumento e finiscono inevitabilmente per improvvisare.
La situazione attuale italiana è abbastanza desolante. Ci sono pochissime agenzie vere in Italia, che hanno grandi clienti e che lavorano in modo serio. Ci sono poi tantissime realtà formate da poche persone, magari tutti con partite iva separate e che si sono riconvertiti al digital (o si stanno improvvisando) perché hanno capito che c’è molta richiesta. In questo caso i risultati generati sono veramente deludenti. Infine ci sono i freelance che sono in realtà delle one-man-agency poiché offrono qualunque tipo di servizio con una qualità abbastanza scarsa.
In questo senso quali sono le opportunità e anche le sfide a medio-lungo termine per il web marketing?
Credo che una prima grande sfida per il web marketing sia quella di far realmente comprendere le sue potenzialità. Mi sento avvilito quando incontro realtà grandi che fanno cose a caso senza una pianificazione. Una sfida è anche quella di comprendere che il mobile non è il futuro ma è già il presente, da tempo. Questo comporta una sorta di rivoluzione, un cambiamento radicale.
Credi che le agenzie di comunicazione abbiano ancora un loro posizionamento di mercato, in un settore, come quello del web marketing sempre più improntato sui consulenti esterni?
Le agenzie sono e restano fondamentali perché sono il braccio operativo dei consulenti esterni. Senza di loro non ci sarebbe operatività. Quello che secondo me manca è la specializzazione. Esistono troppe agenzie che fanno “servizi a 360°” offrendo quindi tutto e niente. Occorre avere competenze trasversali. Questa, secondo me è la scelta vincente.
Nel tuo approccio comunicativo usi molto l’ironia, arma non sempre facile da adoperare. Perché pensi che sia importante e come riesci a dosarla nel modo giusto?
Credo che non prendersi troppo sul serio sia fondamentale. L’ironia può essere un’arma utile a far comprendere concetti seri in modo simpatico e leggero. Non è sempre facile usarla. Io ci provo senza sforzarmi troppo, sono fatto così. Non è detto però che sia utile a tutti, soprattutto se ci si deve sforzare. Ovviamente tutto va pianificato in fase di elaborazione strategica.
Una curiosità, tu che ne hai viste tante, quali sono le richieste e le domande più strane fatte da un cliente (ovviamente rimanendo nell’ambito del web marketing e del pubblicabile).
Facendo questo lavoro da un po’ di tempo ne ho viste davvero tante. Molte ti fanno sorridere ma alla fine non fanno altro che confermarti quanto siamo ancora indietro dal punto di vista della cultura digitale. Le prime che mi vengono mi vengono in mente sono: quando un cliente che mi passò dei testi palesemente copiati, mi chiese esplicitamente di fare in modo che, una volta pubblicati sul sito, non fossero più selezionabili.
A quanto pare la strada da fare nel campo digital in Italia è ancora lunga, ma siamo certi di poter contare, per fortuna, su tanti professionisti seri e competenti.
Noi ci siamo divertiti moltissimo in questa chiacchierata, e abbiamo imparato tanto. Ringraziamo ancora una volta Alessandro per la cortesia.
Alla prossima intervista!